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Martin Luther King. Diventa ispirazione

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Sezione 1
Sezione 2

Bloody Sunday

SELMA, Edmund Pettus Bridge. 1965

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Ebbi l'opportunità di conoscere anche Malcom X,

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un'attivista per i diritti dei neri che criticava la nostra politica della nonviolenza e, anzi, praticava una linea molto aggressiva.
Spesso rimproverava il mio e il nostro operato. Definì la nostra marcia su Washington una "farsa". Non andammo mai d'accordo e, sinceramente, vedevo in lui una vittima del sistema,
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il quale induceva gli afroamericani a credersi dei signor nessuno e, di conseguenza, a reagire senza comprendere la differenza fra il non opporre alcun resistenza e l'opporre una resistenza nonviolenta. Arriva il tempo della marcia su Selma, in Alabama. Il 7 marzo del '65, guidai cinquecento dimostranti da Selma a Montgomery, la capitale dello Stato.

La tensione e l'emozione erano molto alte, prima della partenza; al di là del ponte, c'era la polizia ad attenderci con manganelli e lacrimogeni. Non avevano nessuna intenzione di lasciarci passare... Ci bloccarono violentemente sull'Edmund Pettus Bridge. Questo giorno, successivamente, passò alla Storia come il Bloody Sunday statunitese...

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Tuttavia, quell'episodio diede forza al movimento per la difesa dei diritti degli afroamericani. Cinque mesi dopo, ottenemmo il Voting Rights Act, la legge che proibiva la discriminazione razziale e che rafforzava il diritto di voto, difeso dal quindicesimo emendamento della Costituzione americana. Questo diede il via libera all'iscrizione nelle liste elettorali delle minoranze razziali.
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Sezione 3
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Bloody Sunday

SELMA, Edmund Pettus Bridge. 1965

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MEMPHIS, Lorraine Motel. 1968

Il simbolo della lotta

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