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Giovanna d'Arco, diventa l'impossibile

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Reims
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Dopo Patay, sempre più città cominciavano a cedere ed arrendersi alla nostra irruenza. Incontrammo il Delfino

a Châteauneuf-sur-Loire il 22 giugno.
Di nuovo spinsi con insistenza perché si proseguisse senza perdersi in attese inutili. Il popolo ci sosteneva e Dio era dalla nostra parte, non dovevamo fermarci
finché il Delfino non fosse stato consacrato a Reims! Avanzammo verso Troyes, chiedemmo la resa, ma la città rifiutò.
Il consiglio temporeggiava prudente. Mi imposi e mi concessero due giorni. Schierai i miei in assetto da battaglia, feci avanzare l'artiglieria:


lo stendardo sventolava verso il cielo. Bastò questo: i cittadini furono presi dal panico, e così la guarnigione inglese. Si arresero senza colpo ferire, riconoscendo Carlo. Riprendemmo subito la marcia verso Reims per la consacrazione. Lì ebbi la grazia di incontrare di nuovo mio padre,
da cui ero scappata solo cinque mesi prima. Cinque mesi: una vita.
Ci abbracciammo piangendo.
Il 17 luglio il Delfino fu consacrato e incoronato nella cattedrale di Reims davanti a una popolazione festante, pronunciando i giuramenti dinanzi all'arcivescovo. Io ero di fianco a lui. Il mio stendardo davanti a tutti gli altri. Non potei resistere: mi gettai ai piedi di Carlo VII, gli abbracciai le ginocchia

e gli baciai le vesti proclamando tra le lacrime che il volere di Dio era compiuto e che lui solo era il sovrano legittimo di Francia. L'impossibile era diventato possibile. Io ero diventata l'impossibile. Tutto era compiuto. Ed io, già in quel momento, sentii la fine arrivare.

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