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Giovanna d'Arco, diventa l'impossibile

Sezione 1
Sezione 2
Armata di fermezza
Orléans
PLAY ME
Raccolsi volontari da tutta la Francia: vietai le razzie e le bestemmie. Cacciai le prostitute. Due volte al giorno ci riunivamo insieme

in preghiera attorno al mio stendardo bianco, in cui Dio benediceva il fiordaliso tra Michele e Gabriele. Nella mia armatura lucente, in sella al mio destriero bianco, ormai ero Giovanna la Pulzella, come mi avrebbero chiamata tutti.
Riuscimmo ad entrare ad Orleans, con i viveri che aspettava la cittadinanza stremata. Fu la prima volta che mi acclamarono. Jean de Dunois, il comandante di Orleans, aveva solo dieci anni in più di me. "Avvisami quando gli inglesi si avvicinano,


o ti farò tagliare la testa", gli dissi una delle prime volte. Gli piacevo.
Parlavo con la gente, li invitavo a pregare, li rassicuravo. Sarebbero presto stati liberi. Molti di loro, ascoltando la mia storia, mi chiesero di poter combattere.
Volevano fare parte di questo, perchè questo era qualcosa di grande, e giusto!
Una notte corsi al bastione di Belle Croix urlando “Arrendetevi!”. "Ti bruceremo viva, puttana. Torna dalle tue vacche!" Ridevano, ma io non avevo paura.
Era Dio a guidarmi, non potevo fallire.
Combattemmo aspramente cinque eroici giorni. Fui ferita più volte. Piansi il mio primo sangue. Difesi persino i miei nemici.

E vincemmo.
Gli inglesi si ritirarono di domenica. Così non li inseguimmo. Ero stanca. Ero commossa. Il capitano Jean de Dunois ormai mi metteva a parte dei piani di guerra regolarmente. Avevo conquistato la fiducia di tutti: l'impossibile non esiste.

Sezione 3



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