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Giovanna d'Arco, diventa l'impossibile

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Sezione 1
Sezione 2

Degna di fiducia

Chinon

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Prima di partire per Chinon, volli indossare un abito nero di un domestico di Jean de Metz, lo scudiero.

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E pretesi che la cara Catherine Le Royer mi tagliasse i capelli in tondo sopra le orecchie, come un uomo.
I soldati e il Re mi avrebbero vista determinata come ero.
Non avvisai i miei genitori della partenza, avrebbero cercato di fermarmi e non potevo permetterlo.
Partimmo, attraversando molti villaggi nelle terre nemiche della Borgogna e arrivammo a Chinon. Fu qui che potei finalmente incontrare Carlo VII.
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A due giorni dal mio arrivo, fui ricevuta negli appartamenti privati del Re. Era un uomo stanco, nel momento in cui il destino della guerra sembrava segnato. Mi inginocchiai. Tremavo. Chiusi gli occhi. Cercai Dio. Lo trovai.

Alzai lo sguardo. Guardai il Delfino e raccontai tutto, d'un fiato: la liberazione di Orléans, la sua incoronazione a Reims, la liberazione di Parigi, quella del Duca di Orléans.
Non eravamo soli.
Ero osservata con incredulità, nel silenzio totale delle parole che non c'erano.
Fui fatta interrogare per tre settimane dalle autorità ecclesiastiche di Poitiers.

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Per tutte e tre le settimane, Dio mi era accanto. Come sempre.
Così Carlo VII diede infine il suo consenso ad inviarmi in soccorso a Orléans. Sembrava impossibile a tutti, ma non a me. Finalmente, andavo in guerra.
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Sezione 3
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