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Thomas Jefferson. Edificare il futuro

Su progetto degli antichi
CHARLOTTESVILLE, Monticello. 1770
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Avevo venticinque anni, quando feci iniziare la costruzione della mia residenza principale su una collina che dominava la piantagione che avevo ereditato da mio padre:
la chiamai �Monticello� proprio dall�italiano �piccolo monte�. Mi dilettavo come architetto e davvero mi divertivo a tirare su e buttare gi� le linee della mia dimora come facevo con le teorie filosofiche.
Lavorarono alla costruzione del complesso principalmente muratori e carpentieri locali esperti, con l�aiuto del personale di cui disponevo. Sognavo un capolavoro neoclassico in stile palladiano.
A ventinove anni, mi sposai con Martha Wayles Skelton, rimasta vedova. Ci trasferimmo insieme nell�ala sud di Monticello. Lei leggeva molto ed era un�abile ricamatrice, oltre a suonare melodiose armonie sul nostro pianoforte, mentre io l�accompagnavo al violino.
John Wayles, mio suocero, mor� dopo appena un anno che ci eravamo sposati e ci lasci� la sua numerosa servit�, oltre a migliaia di acri di terreno e di debiti sufficienti. Impiegai anni a ripagarli. Grazie suocero mio!
Comunque, il duro lavoro ripagava e divenni in poco tempo un avvocato di fama, con clienti di un certo spessore, tra i quali i parenti di mia madre ed esponenti della famiglia Randolph. Come mio padre, divenni giudice di pace e rappresentante dell�assemblea della Virginia, fino a quando non venni eletto al Congresso continentale.
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