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Margaret Thatcher. Il dovere del rigore

La lotta per i diritti
BRIGHTON, Grand Hotel. 1984
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La vittoria delle isole Falkland diede una forza di propulsione incredibile alla vittoria del mio secondo mandato.
Lottai per ridurre il potere dei sindacati; indicevo il voto segreto e una maggioranza obbligatoria per approvare uno sciopero generale a livello nazionale.
I capi sindacali divennero civilmente responsabili dei danni causati da manifestazioni che violavano le regole. Così, feci in modo che un giudice potesse congelare le proprietà dei sindacati, se ritenuti colpevoli di violazione delle normative.
Resi, inoltre, illegali i picchetti volanti, una tattica per cui i manifestanti rendevano impossibile accedere agli edifici aziendali, spostandosi da una zona all'altra. Repressi ogni forma di manifestazione in modo deciso, ricorrendo anche all'esercito, per garantire al Paese il carbone di cui aveva bisogno.
Il sindacato dei minatori, il NUM, dichiarò lo sciopero a oltranza per opporsi alla chiusura di diverse miniere. Ricordo ancora la Battaglia di Orgreave, una necessaria macchia sulla storia degli scioperi inglesi. Dopo un anno di scontri, i lavoratori iniziarono a disertare sempre più manifestazioni, che, di fatto, non stavano portando a nulla.
Mi ero fatta innumerevoli nemici ovunque e ne ebbi la prova tangibile in una notte d'ottobre del 1984, quando sfuggii ad un attentato dell'IRA al Grand Hotel di Brighton, dove alloggiavo. Tutto quello che facevo aveva, come unico scopo, il bene del Paese, ma in tanti, ancora, non lo comprendevano...
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