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Margaret Thatcher. Il dovere del rigore

Ferro gelido
KENSINGTON, Discorso al municipio. 1976
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Credevo fermamente che il compito dello Stato fosse d'intervenire con misure di sostegno, qualora la domanda aggregata fosse insufficiente
a garantire il pieno impiego o, comunque, il raggiungimento degli obiettivi economici prestabiliti. Attaccai duramente l'Unione Sovietica; riconoscevo un'interdipendenza strategica tra URSS e USA,
così m'imposi come terzo interlocutore nel conflitto che li coinvolgeva. Nel '76 tenni un famoso discorso alla Kensington Town Hall, che risvegliò gli Inglesi dal sonno in cui erano finiti, evidenziando la minaccia che rappresentava l'Unione Sovietica.
Dovevano esserne consapevoli! Un giornale russo ribatté nominandomi Iron lady, ma mi ci abituai presto e non mi lasciai certo intimidire. Una fortissima crisi economica, politica e sociale, iniziata nel '60, stava colpendo il Regno Unito, culminando nel Winter of Discontent, il gelido inverno di fine Anni '70.
Uno sciopero generale del settore pubblico contribuì al clima di tensione che avevo davanti. I tipografi vi parteciparono, impedendo, di fatto, l'arresto del Times per un lungo periodo. Scioperarono pure i netturbini di Londra, lasciando la spazzatura a marcire sulle strade.
Era la crisi più imponente che la Gran Bretagna si trovava ad affrontare dal secondo dopoguerra. La nazione era al collasso, a causa dell'impennata dell'inflazione... Io non persi la mia fermezza, però. Chiesi, dunque, sostegno al Fondo Monetario Internazionale.
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