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Bob Marley. Alzati, amico mio

Io e Bunny
TRENCHTOWN, Casa di Bunny. 1957
PLAY ME
Da piccolo ero soprannominato "Bob"

e rimasi affezionato a questo nomignolo per tutta la vita.
Mi piaceva leggere la mano delle amiche di mia madre, quand'ero piccolo, segnando col dito quei piccoli solchi sui palmi. Le mie carte dicevano che, smesso di fare il veggente avrei iniziato il mio cammino nel mondo della musica... e ci azzeccarono! Vivere a Trenchtown, come nei sobborghi di Kingston, non era facile.


Ogni giorno vedevo rivolte verso il sistema da parte di giovani neri, disgraziati e allo sbando. Si facevano chiamare i rude boys e protestavano contro l'ordine prestabilito dalla società. Rifiutavano il lavoro, portando avanti una vita fatta d'espedienti, di ragazzate e di piccoli crimini. Non fui mai d'accordo con il loro modo violento di manifestare.
Secondo la mia opinione, in quel modo non saremmo mai arrivati da nessuna parte... Mi ero fatto un amico, da ragazzino: Bunny Livingston. Vivevamo vicini e fu lui che mi fece appassionare alla musica. A quindici anni avevo trovato lavoro come saldatore e passavo il mio tempo libero da Bunny. Con lui andavo in chiesa,

a cantare durante le funzioni, e ascoltavo un'emittente di New Orleans, ma la radio di Bunny funzionava male, perché era vecchissima. Bunny tirava avanti come poteva, ma io stavo bene con lui; la musica ci teneva vivi ed uniti.

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