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Malcolm X. Rispetto

X
WASHINGTON, Casa Bianca. Nov 1952
PLAY ME
Venni a sapere che esisteva un fascicolo dell'FBI su di me già dal '50...

Mi avevano schedato per aver scritto una lettera all'allora presidente Harry Truman, dove gli dicevo che non ero affatto d'accordo con la guerra di Corea e non solo...
Ero anche un gran comunista! Volevo che anche ai piani più alti si conoscesse il mio nome e le mie idee. Avrei lottato per i miei diritti e quelli del popolo nero, con tutti i mezzi e con tutte le mie forze. Non avevo paura! Iniziai a firmarmi definitivamente come Malcolm X; non ero più un Little. Malcom Little era morto!


Il perché è subito spiegato. Storicamente, agli schiavi neri negli Stati Uniti d'America veniva assegnato il cognome dei loro padroni. Certo non ero figlio di schiavi, ma il mio cognome era nato molto tempo prima, quando i miei antenati lo avevano preso dal loro padrone.
Scelsi di chiamarmi "X": rifiutavo il legame anagrafico coi padroni di un tempo. La "X", in matematica rappresenta l'incognita, per cui era adatta ad indicare la mancata conoscenza delle mie origini e, più in generale, delle origini degli afro-americani, portati via dalle terre che li avevano originati.

Noi non conoscevamo i nostri veri cognomi e io non volevo portarne uno che non fosse realmente mio. Ci spettava uguaglianza, rispetto, considerazione ed eravamo pronti a lottare per ottenerli!

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