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Malcolm X. Rispetto

Anni allo sbando
NEW YORK CITY, Harlem. 1946
PLAY ME
I problemi con la legge che arrivarono dopo, mi portarono in un centro di detenzione,

ma ne uscii in poco tempo. Rilasciato, vissi per qualche tempo a Boston da mia sorella Ella.
Avevo bisogno di cambiare aria, di ricominciare. Trovai un lavoretto come lustrascarpe in un night club; mi capitava di lustrare le scarpe anche a Duke Ellington ed altri grandi musicisti neri. Avevo un sorriso perennemente stampato in faccia.


Quando finii, trovai lavoro come cameriere su un treno. Certo un lavoretto onesto, ma senza alcuna possibilità di crescita e io ero ambizioso da morire! Così partii per New York. Mi stabilii nel quartiere di Harlem, punto di aggregazione della comunità nera della Grande Mela.
Pensai d'aver trovato il posto in cui vivere. Quando fui esaminato per la leva militare, durante la Seconda guerra mondiale, feci di tutto per dare ad intendere ai dottori di non essere psicologicamente adatto. Non mi passava neanche per l'anticamera del cervello di andare a combattere! Presto fui solo, a New York, senza di che vivere...

Iniziai a spacciare droga e a giocare d'azzardo. Gestivo un giro di prostitute, ma non disdegnavo le piccole rapine. La passavo sempre liscia, finché, nel '46, non mi beccarono. Venni arrestato con il mio amico Shorty per violazione di domicilio, possesso illegale di armi da fuoco e furto. Stavolta in prigione dovetti restarci...

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