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Giovanna d'Arco, diventa l'impossibile

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Impossibile nascondersi

Neufchâteu

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Passarono tre estati. Il Regno di Francia combatteva contro gli Inglesi e i Borgognoni loro alleati la guerra

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che fu poi chiamata dei cent'anni.
I nemici erano vicini, molto vicini, e la guerra è devastazione. Ci rifugiammo a Neufchâteau, cercando mura che ci potessero proteggere.
A ottobre giunsero notizie particolarmente preoccupanti da Orleans: era ormai assediata e non avrebbe retto per molto. A quel punto, se fosse successo, l'intera Loira si sarebbe spalancata agli inglesi, e da lì tutto il sud di Francia.
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Sarebbe stata la fine. Vivevamo tutti nel terrore.
Fu in quel periodo che successe di nuovo.
Quella volta stavo filando. La luce abbagliante. Le voci che conoscevo. Sarei corsa in aiuto di Carlo,

Delfino di Francia e legittimo erede al trono, usurpato dagli Inglesi.
Non dovevo dimenticarlo.
Le voci non si fermarono: mi parlavano quando ero sola e io non ne parlai con nessuno, avevo paura. Le voci. La guerra. La mia età. I miei genitori. E quel giovane di Toul a cui fui promessa in sposa. No, mai! Non sarebbe accaduto, non era quello il mio destino, l'avevo ascoltato troppe volte.

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Mi opposi con tutte le mie forze al matrimonio, mi inginocchiai, supplicai, piansi, gridai. Non bastò. Fui citata in giudizio davanti al tribunale espiscopale. Parlai e vinsi. Non davo il mio consenso al fidanzamento ed ero innocente.
Ero Giovanna ed ero innocente.
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sezione 2
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Una inflessibile convinzione

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