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Gandhi. Sii il cambiamento

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I primi tentativi di ribellione

PORBANDAR, Città natale di Gandhi. 1869

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Nacqui il 2 ottobre del 1869 in un paesino di pescatori nello Stato del Gujarat.

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La mia famiglia aveva origini indù vaishnava, e faceva parte della setta Pranamin, appartenente ai modh banya della terza casta dei mercanti vaisya.
Mio padre, Karamchand Gandhi, non possedeva una grande cultura, ma era certamente un uomo deciso e aveva preso questo tratto della personalità da mio nonno, anche lui in politica. Egli aveva conquistato la carica di Primo Ministro, il diwan, del principato del Porbandar.
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Mia madre invece era una rigida donna analfabeta, profondamente religiosa e votata alla virtù. Digiunava e seguiva severe penitenze, e questa sua devozione fu la mia guida che avrebbe influenzato il mio spirito per tutta la vita.

A scuola non eccellevo particolarmente. Ero timido, goffo, a volte gli altri ragazzini mi prendevano di mira e trovavo conforto solo nella lettura. Il mio migliore amico era Sheik Mehtab, un musulmano che avevo tentato di convertire in tutti i modi, ma senza successo. Fu lui ad influenzarmi.

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Insieme eravamo dei piccoli ribelli; ogni tanto rubavamo qualcosa o facevamo qualche tiro di sigaretta. Addirittura mangiavamo carne! Non andò avanti per molto, però, perché sentivo che quello che facevamo era sbagliato. Un giorno, stretto nella morsa del senso di colpa, confessai tutto a mio padre che, sconvolto, scoppiò in un pianto dirotto.
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RAJKOT, Alfred High School. 1885

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